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IL MIO NOME É ANASTASIA ROMANOV. IL CASO ANNA ANDERSON

18.00

Quando nel 1920, una giovane donna sconosciuta, si gettò da un ponte di Berlino entrò nelle pagine della storia, scrivendo una favola moderna così tra- volgente che continua a riempire pagine di giornali, di libri, di riviste, rimanendo uno dei personaggi più controversi di sempre. È lei la protagonista del romanzo: una donna che non può fare a meno di suscitare passione, indignazione e sgomento, una donna che a tratti sembrerà grottesca, ma che non ha mai lasciato nessuno indifferente. Non è un’eroina, al contrario, è un’antieroina scomoda, perché non si lascia conoscere, perché è ostinata, perché è scaltra, ma è anche emotivamente fragile, instabile e sola contro tutti alla ricerca del riconoscimento del bene più prezioso che abbiamo: la nostra identità.

Lascio a voi la domanda e vi sfido a trovare una risposta:

Chi era la sconosciuta di Berlino?

Elisabetta Lubrani

Additional information

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Description

Il 17 febbraio 1920, una giovane donna fu salvata da un canale di Berlino e portata in un manicomio.
Il suo corpo portava le cicatrici di pallottole e ferite da baionetta. Per molto tempo si rifiutò di dare il suo nome, e fu identificata come Fräulein Unbekannt (“signorina sconosciuta”) fino a quando rivelò di essere la Granduchessa Anastasia, la figlia più giovane dei Romanov brutalmente assassinati nel 1917.

La vicenda scatenò una tempesta mediatica continuata ben oltre la morte di Fräulein Unbekannt avvenuta nel 1984.
Un interrogativo teneva la discussione accesa: Fräulein Unbekannt era davvero Anastasia Romanov, miracolosamente sfuggita al massacro, o una truffatrice?